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Interazioni: articoli

di Rosa De Vivo

Internet: sapere individuale_lavoro collettivo

Il mondo scientifico e culturale è, dagli albori della rete Internet, il primo tra i maggiori utilizzatori di questo strumento. Scienziati e ricercatori, infatti, utilizzano in vario modo la net per scambiare e diffondere informazioni scentifiche e culturali.

Le modalità con cui i saperi e le attività tra scienziati, ricercatori ed esperti vengono virtualmente trasmesse sono nate ed evolute con lo sviluppo della rete e vanno dalle BBS ai newsgroup, dagli instant message alle mailing list. Infatti, l'idea di una rete globale che collegasse virtualmente tutte le macchine che fossero in grado di ricevere le "news", venne a due ricercatori della Duke University, negli anni '70, al fine di poter scambiare idee all'interno della comunità degli utenti/sviluppatori di UNIX. Tale rete virtuale prese il nome di Usenet, acronimo per "users' network", ovverosia la "rete degli utenti".

Netnews, acronimo di "network news", è quel processo che consente la spedizione di messaggi personali, che prendono il nome di "articoli", dal proprio computer, ad una macchina su cui gira un server news che si incarica di propagarlo per la distribuzione capillare a tutte quelle macchine che hanno attivo su di loro un server analogo. Il gruppo di discussione internazionale di argomenti correlati con la realtà socio culturale italiana, ad esempio, si chiama soc.culture.italian. La differenza principale tra le varie modalità di comunicazione fra newsgroup, mailing list con gli instant message consta nella modalità di comunicazione sincrona per gli instant message e asincrona per tutti gli altri.

I newsgroup sono molto utilizzati ed occupano un posto di grande rilievo nello scambio di info e notizie sugli argomenti più disparati. I newsgroup hanno la caratteristica di trattare argomenti specifici in cui un autore posta un messaggio che può essere una richiesta d'aiuto o di scambio di pareri. I newsgroup, talvolta moderati, rappresentano per il mondo culturale e scientifico una grossa fonte d'informazione di carattere planetario. Basti immaginare l'utilità che questo aspetto può avere per medici e scienziati che lavorando per combattere una patologia scoprono che in un'altra parte del mondo esiste qualche altro utente che sta già lavorando allo stesso progetto di ricerca.

Un altro esempio è rappresentato anche dai partecipanti alle comunità di Open Source che offrono gratuitamente i loro contributi con il solo scopo di condividere delle conoscenze che permettano ai molti di usufruire di programmi liberi da license come il sistema operativo Linux e i più disparati software e software come Mozilla, premiato come migliore browser dell'anno 2003.

L'ausilio di Internet e delle nuove tecnologie oggi permette di progettare a distanza programmi di ricerca, operazioni chirurgiche, dibattiti e videoconferenze. E' ovvio che prima dell'avvento di Internet tutto ciò non era possibile ed una ricerca ritenuta brillante in un punto del mondo poteva essere stata superata in un'altro da uno studioso posto in qualche località isolata e fuori dai circuiti attualmente disponibili.

Un'equazione ci può essere d'aiuto al fine di comprendere l'importanza che ogni singolo contributo ha nella rete. Robert Metcalfe, fondatore di 3Com Corporation, progettista del protocollo per reti computer, ha osservato che le nuove tecnologie sono valide soltanto se sono in molti a servirsene. In particolare, l'utilità di una rete è uguale al quadrato del numero di utenti (legge di Metcalfe). Il valore di uno standard, di un software o di un libro cresce col numero degli utenti, e di altrettanto cresce la loro capacità di attrarne di nuovi, incrementando l'utilità e la rapidità delle nuove adozioni.

Il successo dei più o meno recenti fenomeni del peer to peer e dei weblog comunemente detti blog letto alla luce dell'equazione di Metcalfe smettono di stupirci e nello stesso tempo aumentano la curiosità verso queste attività cooperativiste di solidarietà intellettuali che attraverso scambi di bit alimentano reti col fine di accrescerle e moltiplicarle all'infinito.

Fra il fenomeno peer to peer e quello dei blog esistono però delle differenze legate sia ai contenuti che alle modalità di fruizione. Infatti, mentre i blog sono definiti una sorta di diari personali dove gli utenti, nella maggior parte dei casi, hanno la possibilità di commentare, inviando in tempo reale il proprio contributo, come argomenti e contenuti digitali (foto e video), in una sorta di chiacchiericcio molto simile a quello praticato nei newsgroup, negli scambi peer to peer avviene qualcosa di diverso. Il fenomeno peer to peer si regge sulla sola condivisione e, fermo restando che molte delle attività di scambio di file sono da ritenersi perseguibili legalmente, in quanto hanno come oggetto opere coperte dal diritto d'autore, chi non condivide non partecipa allo scambio.

Il fattore di maggior interesse è che sembra di rileggere capitoli di libri di Antropologia Culturale in merito alle pratiche di scambio diffuse nelle tribù primitive adottate come unico strumento pacifico per avviare e consolidare relazioni sociali.

Oggi l'isolamento, per chi ha accesso alle nuove tecnologie, è sostituito dall'annullamento di spazio e tempo che, svuotato dalla concezione lineare minuti-ore, vive nel flusso comunicativo fatto di contatti alterati nel tempo.

L'annullamento spazio-temporale dell'esser immerso nel flusso di contatti e d'informazioni sposta l'attenzione dal soggetto al contributo che esso porta nel fluire dei contenuti, condivisi ed incrementati dagli io e dai molti attori della rete.

Le ricerche assumono un carattere di work in progress in cui gli utenti sparsi in ogni angolo del mondo sono fruitori, creatori e coautori di un lavoro globale.